News

Il gioco

Il Gioco, dai Beatles ai PFM senza l’aiuto di un basso… #bassless

Open in Spotify

Il Gioco è il Trio “bassless” composto dal sassofonista Leonardo Rosselli, il chitarrista Thomas Lasca e il batterista Andrea Elisei. Un progetto imprevedibile, dinamico che fonde il jazz con la musica rock. Dallo scorso Agosto è in distribuzione per la Emme Record Label il loro Album “omonimo”, e a distanza di qualche mese dal loro esordio discografico ne abbiamo approfittato per fare quattro chiacchiere.

• Ciao Thomas, Andrea e Leonardo, un progetto molto originale il vostro, raccontateci il vostro ruolo allinterno de “Il Gioco”?

Thomas: Come prima cosa vorrei sottolineare che il fattore che più di tutti determina il nostro sound è senza dubbio l’equilibrio di ruoli all’interno del trio. Detto questo, data l’assenza del basso nella nostra formazione, il mio ruolo di strumento armonico si estende in modo “insolito” alle frequenze più gravi. Se devo essere sincero la cosa all’inizio mi spaventava, perchè la vedevo come una responsabilità in più da ricoprire, ma nel giro di poco tempo, grazie soprattutto all’aiuto di Leonardo e Andrea, ho imparato a gestire meglio questa situazione. Oltre a questo hanno giocato un ruolo fondamentale i vari ascolti che ho fatto per cercare di acquisire maggiore confidenza nel ruolo di chitarrista/bassista, come il trio Motian/Lovano/Frisell, per quanto riguarda la gestione dell’interplay con assoluta assenza del basso e le più moderne formazioni del chitarrista israeliano Gilad Hekselman, al quale ho “rubato” l’idea di usare l’octaver polifonico (BOSS OC-3) per avere allo stesso tempo chitarra e basso nello stesso strumento.

Andrea: Il mio ingresso nella formazione è stato il più recente. Leonardo e Thomas si conoscevano, suonavano insieme da diversi anni e avevano già tutti i brani pronti. Entrando in una formazione già avviata, con giusto il tempo di riuscire a fare due prove prima di entrare in studio di registrazione, quello che ho cercato di fare è stato mettermi il più possibile al servizio della Musica. Non mi era mai capitato di suonare con una formazione di questo tipo e trovarsi improvvisamente senza il bassista si è rivelato fin da subito molto stimolante poiché se da un lato ciò offre maggiori possibilità per “liberarsi” e “aprirsi”, dall’altro obbliga ciascuno dei musicisti a maturare sempre più solidità ritmica e prestare maggiormente attenzione all’aspetto del sound d’insieme proprio in termini di frequenze prodotte. Attualmente con il trio non suoniamo delle mie composizioni pertanto il mio apporto personale non ha di certo riguardato il repertorio ma è stato bello per me vedere come Leonardo e Thomas, in aggiunta agli aspetti prettamente legati al suonare, abbiano avuto fiducia in me affidando alle mie competenze altri aspetti quali il mix del disco, la grafica o la produzione di contenuti per il web.

Leonardo: Beh, è un progetto che coltiviamo da tanti anni con Thomas, e i ruoli musicali nel tempo si sono evoluti, sempre cercando di completarci a vicenda con l’ascolto reciproco.

• Che musica ascoltate in questo periodo?

Thomas: Cerco il più possibile di stare attento alle novità, specie se possono essere di ispirazione per scrivere nuova musica o in generale elaborare nuove idee. Ad esempio, il nuovo album di Will Vinson con Gilad Hekselman e Antonio Sanchez è pieno di idee su come gestire il trio bassless da cui prendere assolutamente spunto!

Andrea: Una buona parte dei miei ascolti quotidiani la dedico ai “grandi maestri del jazz”: lo swing mi fa stare davvero bene! Da sempre, oltre al jazz mainstream, ho tantissime altre influenze e mi piace variare i miei ascolti a seconda di come mi sento o di quello che visualizzo in un determinato istante. Ad esempio, in questo preciso momento sto sentendo il disco “22, A Million” di Bon Iver.

Leonardo: In questo periodo sto ascoltando molta musica diversa da Steven Wilson a Hermeto Pascoal, passando per Chick Corea e Michael Brecker (non può mai mancare da sassofonista).

• Come state affrontando questi mesi senza la musica live?

Thomas: Sicuramente l’assenza di concerti veri con il pubblico si fa sentire e credo che questo sia un pensiero condiviso da tutti i miei colleghi e non solo. Personalmente sto impiegando il mio tempo nello studio, in particolare nell’approfondimento delle tecniche di scrittura e arrangiamento per vari ensemble.

Andrea: Personalmente lo trovo un periodo molto stimolante! Mi sta offrendo tanti spunti per lavorare su me stesso e andare ad approfondire il mio percorso umano. Sto cercando di leggere il più possibile, informarmi e non perdere il contatto con quello che comunque continua ad accadere nel resto del mondo. Dovendo riassumere direi: lettura, studio e approfondimento di tutte quelle cose alle quali ordinariamente tenderei a dedicare meno tempo!

Leonardo: Come gli altri cerco di tirare fuori il meglio da questa situazione, concentrandomi maggiormente sulla mia attività didattica, che da sempre mi regala molte soddisfazioni, e continuando a produrre nuova musica. Ciò non toglie il fatto che abbiamo una voglia incredibile di tornhttp://www.emmerecordlabel.it/wp-admin/profile.phpare a suonare dal vivo, soprattutto per presentare ad un pubblico “vero” il nostro primo disco uscito lo scorso Agosto.

• In quale gruppo della storia della musica avreste voluto suonare?

Thomas: Difficile rispondere a questa domanda in ambito jazzistico! Sicuramente mi sarebbe piaciuto far parte di uno dei gruppi che è stato ed è tutt’ora per me una delle band progressive rock più belle di sempre: la PFM! Nonostante essi appartengano ad un periodo storico abbastanza lontano dal mio, ho sviluppato sin dall’inizio della mia avventura musicale una passione smisurata per la loro musica, che tutt’ora influenza in parte la mia musica.

Andrea: Ovviamente ne “Il Gioco” … o al massimo nei Beatles! :)

Leonardo: Mi sarebbe piaciuto molto suonare negli Area, un gruppo a cui sono da sempre affezionato.

 

In attesa dei prossimi live, che ci auguriamo tornino al più presto, vi proponiamo la #livesession realizzata al Tube Recording Studio in occasione del Podcast “25 Minutes“.

Il Gioco