“Ho conosciuto Simone Basile quando insegnavo al Conservatorio di Firenze. Per un anno abbiamo fatto lezione, mi è servito però molto meno per capire che avevo davanti un ragazzo che prendeva sul serio lo studio e che aveva ottime possibilità di riuscire bene. E così è stato. Ascoltare questo suo primo lavoro discografico me ne ha dato una piacevolissima conferma. Simone ha mostrato da subito una naturale disposizione per la forma, le sue improvvisazioni contenevano già quello che occorre a un musicista di jazz, l’equilibrio tra suono e silenzio che rende discorsiva e comprensibile una linea melodica, l’utilizzo di quell’indefinibile capacità di suonare con swing, il riuscire a conferire alla linea un contenuto armonico, l’abilità necessaria a un chitarrista nel sapersi accompagnare alternando la melodia agli accordi, e non ultimo un buon senso del tempo. Tutto questo, da quando abbiamo interrotto le lezioni ad oggi, è cresciuto ed è maturato, e il risultato lo possiamo ascoltare nei nove brani contenuti in questo album, sette dei quali, con l’esclusione di Let’s cool one e April in Paris, sono sue composizioni. Simone si è dotato per l’occasione di una ritmica di lusso: Francesco Angiulli al contrabbasso e Marco Valeri alla batteria, due musicisti di grande qualità ed esperienza che lo hanno messo in condizione di esprimersi al meglio. L’ascolto dei vari brani scorre coniugando organicità a varietà, è un disco che, proprio per le caratteristiche di Simone che ho elencato, denota una sorta di maturità insolita vista la sua giovane età. Emerge infatti un’attenzione particolare per la musica, scritta e improvvisata, piuttosto che per la voglia di mettere in mostra elementi per stupire. Non è cosa da poco. Il mio brano preferito è “Time”, ma questa è naturalmente una considerazione personale. Chiudo dando un’informazione a chi non lo sapesse, Simone ha una fortuna particolare su una cosa, suo padre è infatti il bravissimo liutaio che costruisce per lui le sue chitarre. In particolare il brano suonato in solitudine “Peace among the trees” permette di apprezzarne la bellezza del suono.”